Mario Cianciotti – Pittore
Mario Cianciotti, un pittore poliedrico
Ho conosciuto Mario Cianciotti, pittore affermato e nostro concittadino, e ho avuto l’occasione di poter ammirare alcune sue opere.
Alcuni “vecchi” dipinti che immortalavano masserie, caseggiati, vecchi quartieri, castelli, campi, pascoli e pastori. Un mondo antico, rurale? Forse sono definizioni improprie. Sono delle attualità che ci portiamo dentro come ci portiamo dentro e conserviamo tutte le cose che amiamo di più. Figuriamoci, poi, le cose belle! I caseggiati della nostra infanzia sembrano rianimati con l e pennellate magiche del nostro autore; sembrano palpitare di nuova vita , sembrano sfidarci: trovate qualcosa di più bello, di più vero, di più autentico se ne siete capaci! Quelle austere e sobrie figure pare ci vogliano parlare, vogliano interrogarci, invitarci, spronarci a ricercare la loro sopraffina bellezza.
Mario si è cimentato a lungo con la natura, con i suoi molteplici soggetti, fino a carpirne i segreti più profondi, fino a svelarne i segreti più arcani. Esaurito questo filone delle “proprie radici”, raggiunto il massimo in questo ambito romantico-sentimentale, quando ha creduto di aver raccontato tutto delle sue creature, di aver profuso in loro tutto l’amore possibile, per conservare intatto, puro, detto amore, ha preferito tuffarsi in una nuova avventura artistica.
Egli si è voluto cimentare in una nuova sfida talentuosa, virtuosa, artistica. Materia prima: sempre i colori. Ha voluto essere trasgressivo rispetto ai canoni tradizionali. E’ diventato un trasgressivo, come la modernità è trasgressiva. Ha accettato la sfida, non solo, ma ha rilanciato. E’ diventato il “pirata” della tela dando libero sfogo alle sue più recondite passioni, ai suoi nuovi istinti creativi, a tutte le represse ambizioni del suo animo espressivo, ispirandosi ad una tecnica di pittura nota agli addetti ai lavori come espressionismo astratto, il cui pioniere risulta essere il pittore americano Jackson Pollock.
Di che cosa si tratta?
Di una esplosione di colori, di un impeto incontenibile dell’animo che si traduce in una sfrenata energia positiva e colorata, in una cascata di colori, in una irruenza di passioni e sentimenti, che creano scenari a dir poco suggestivi, improvvisazioni spettacolari.
Al cospetto di simili corollari, di così pirotecniche espressioni, si resta sbalorditi, storditi, annichili da tanta bellezza. Si racconta una vivacità in quei dipinti, si esprime una potenza creativa, si scatenano gli istinti più occulti della fantasia umana per dar fuoco a quelle immagini.
Per tradurre le emozioni in me suscitate dalla vista delle opere del maestro Cianciotti, i cui quadri sembrano scoppiare sotto la virulenza dei colori, conierò la seguente metafora: è come essere ad una festa, come provare i brividi salendo sulle giostre al luna park; è come inerpicarsi sulla cima di un maestoso albero è immedesimarsi con lo spettacolo di una primavera nel pieno della sua grazia e maturità! Il cuore esulta di gioia davanti a tanta bellezza, davanti a tale anarchico ma costruttivo sprigionarsi dei colori. E’, in definitiva, il trionfo dei colori, l’esuberanza delle simbiosi cromatiche, l’esaltazione della massima espressione creativa.
Ed una suggestione ci coglie: ma in dette realizzazioni c’è una regia divina? Perché , poi, se provate a tuffarvi in quelle tele di Mario Cianciotti, che è uno degli autori più accreditati del filone, vi troverete di tutto. Io stesso, assieme all’autore, vi ho rintracciato un volto umano, un leone e finanche i nostri fuochi pirotecnici della festa del santo patrono. Insomma, una vera scoperta. Una allucinazione di colori, un incrocio-scontro di linee, punti, traiettorie, curve, sinuosità, tratti, lampi, tuoni, sfondi d’ombra e bagliori di luci che con cadenze armoniche, con sincronie cromatiche danno luogo a…miracoli dell’immagine. L’occhio ne esce rinfrancato, la persona che si specchia nel quadro, rilassata e l’umore molto più sollevato.
Mi sembra doveroso tributare un omaggio a Mario e confermare con i nostri complimenti il successo meritato di questo nostro artista che calca le scene da tanti anni dimostrando una duttilità, una versatilità, una arditezza artistica piuttosto rare.
Mario Bitetti
Mario Cianciotti dalle vecchie masserie
all’espressionismo astratto
Mario Cianciotti trascorre il suo tempo libero a dipingere e pur essendo un pittore autodidatta ha partecipato a tantissime mostre e diverse recensioni che parlano di lui sono apparse su riviste specializzate del settore.
Dopo essersi realizzato con i suoi dipinti ispirati al territorio con tanti quadri di paesaggi , ambienti rurali, scorci, nature morte, spiagge, masserie, castelli, ultimamente ha cambiato completamente genere , passando dallo stile classico a quello surreale con pitture multicolori abbastanza gradevoli.
Siamo andati a trovarlo per saperne di più.
Mario parlaci un po’ della tua vita.
Sono nato nel 1943 e vivo a Santeramo. Sono sposato dal 1962 con Francesca Gallo, ho tre figli e sette nipoti. La mia fanciullezza l’ho vissuta in mezzo alla strada. Quelli erano i primi anni del dopoguerra ed erano tempi tristi per tutti. Dopo aver conseguito la licenza elementare il mio maestro Alberto Di Leone cercò di convincermi a proseguire gli studi , perché secondo lui avevo delle grandi capacità. Disse che era disposto persino a finanziare di tasca sua gli studi. Rifiutai l’offerta perché mi piaceva la vita girovaga. Per tanti anni ho fatto il meccanico di moto e ricordo che ero molto spericolato nella guida.
Poi appresi abbastanza bene il mestiere di meccanico e programmatore di macchine industriali per maglifici. Alla fine degli anni 50 e negli anni 60 il lavoro, in questo settore, era molto sviluppato anche a Santeramo e in quasi tutte le case c’era almeno una macchina da maglieria. Erano tempi d’oro.
All’epoca mi tolsi delle grandi soddisfazioni con i tecnici settentrionali che ci consideravano dei “terroni”, proponendo delle modifiche migliorative alle loro apparecchiature .
Poi con l’avvento della grande industria e con la globalizzazione tutto crollò ed anche per la mia attività iniziò un periodo di crisi
Cosa ti ha spinto a dipingere?
L’arte mi è sempre piaciuta. Un giorno di cattivo tempo non sapevo cosa fare e stare chiuso in casa mi annoiava da morire. Così andai a comprare tela, pennelli e colori ed incominciai a dipingere.
Approfondii quest’arte acquistando anche alcuni libri ed i risultati non sono mancati, anche se ho usato sempre delle tecniche personali.
Tanti tuoi precedenti quadri si ispirano alla nostra civiltà contadina.
E’ stato come voler salvaguardare la memoria storica del nostro luogo?
In effetti è proprio cosi. Mi è sempre piaciuta la campagna, sin da piccolo mi affascinava osservare le masserie architettoniche così ben squadrate ed armoniose. Per questo le dipingevo con passione.
Dopo aver cercato di custodire, almeno nei tuoi quadri , il nostro paesaggio murgiano con tante masserie , campi fioriti, case in pietra, ultimamente hai cambiato completamente genere.
A cosa è dovuta questa tua repentina trasformazione?
Il cambiamento del mio genere di pittura dipende dal fatto che oggi è sufficiente scattare delle foto al soggetto interessato e da queste ricavarne dei quadri. Non trovo più gusto e soddisfazione a dipingere copiando. Per questo ho deciso di cambiare totalmente genere.
Ha un nome questo tuo nuovo tipo di pittura?
Più o meno la mia tecnica è quella così definita del “dripping”, anche se sono abituato sempre a personalizzare tutto quello che faccio.
Alcuni esperti che hanno visto i miei nuovi quadri, hanno accostato questo particolare stile pittorico all’espressionismo astratto del pittore americano Jackson Pollock (1912 – 1956).
Michele Nuzzi
> Sito ufficiale: www.mariocianciotti.it